Dr. Corrado Aldrisi

I disturbi

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DISTURBI D'ANSIA
Caratterizzata da una duratura e consistente instabilità emotiva e da possibili crisi o eccessi di angoscia acuta. Una condizione nella quale predomina uno stato di tensione, di incertezza, di attesa apprensiva che influenza completamente la vita psichica della persona. L’esistenza è segnata da un’aspettativa di pericolo che può tradursi in vera e propria disperazione.

Un aspetto importante riguarda anche i sintomi somatici che possono interessare vari apparati:
- sintomi respiratori: la dispnea (respiro affannato e accelerato), sensazione di “fame d’aria”, nodo in gola;
- sintomi cardiaci: palpitazioni, tachicardia, senso di costrizione al petto;
- sintomi dell’apparato digerente: nausea, vomito, diarrea; o anche secchezza della fauci, bolo o sensazione di costrizione a livello della faringe o dell’esofago;
- sintomi neuromuscolari: tremore, tensione muscolare, irrequietezza motoria;
- sintomi sensitivo-sensoriali e cutanei: parestesia, formicolii o bruciori in varie parti del corpo; ma anche sudorazione profusa e sensazioni di caldo e freddo al volto, agli arti e alle dita.
Inoltre, sono frequenti: disturbi del sonno, disturbi sessuali, irrequietezza psicomotoria.

Disturbo d’ansia generalizzato
Si caratterizza per uno stato d’ansia persistente, duraturo (almeno sei mesi). Rappresenta il più frequente fra i disturbi d’ansia e generalmente è associato ad altri sintomi (es. la depressione).
FOBIA SOCIALE
È un disturbo d’ansia caratterizzato dalla paura di situazioni in cui la persona sia esposta al giudizio degli altri oppure in cui possa in qualche modo agire in modo inopportuno o ridicolo e apparire imbarazzata o umiliata.

L’elemento centrale del disturbo è rappresentato da un timore eccessivo del giudizio degli altri, che si manifesta con un sentimento di intenso disagio e di incapacità a controllare le proprie emozioni, apparendo inadeguati o ridicoli.

In generale la fobia sociale riguarda situazioni in cui il contatto è con persone poco conosciute, più raramente può riguardare gli stessi famigliari o amici.
DISTURBO ATTACCO DI PANICO
Si può definire con un periodo acuto d’ansia, paura o disagio inatteso, solitamente di breve durata; inaspettatamente la persona può accusare la paura di morire, di impazzire o di perdere il controllo del proprio comportamento.
Il DAP è caratterizzato da variabili e intense manifestazioni neurovegetative e somatiche, quali: tachicardia, dispnea, sensazione di soffocare, sensazione di sbandamento e di svenimento. Sono molto comuni anche: tremori, profusa sudorazione, formicolio, vampate di calore.
Secondo l’orientamento neuropsicosomatico il DAP è caratterizzato da una inibizione dell’azione tesa dove, nonostante l’inibizione comportamentale ed emozionale, rimane un’attivazione del sistema neurovegetativo simpatico, come tensione neuromuscolare di fondo.
La crisi di panico non è una malattia, ma un disturbo funzionale dovuto ad un’incapacità di gestire in modo appropriato emozioni e comportamento, per carente regolazione emotiva di origine materna e familiare.

Essa dipende da due fattori:
- elevata tensione da controllo della mente razionale;
- bassa comunicazione emotiva.

Questi due fattori in genere vengono appresi in quelle famiglie eccessivamente normative ed emotivamente chiuse.
DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
Le ossessioni sono pensieri, immagini, rappresentazioni mentali, impulsi ripetitivi e persistenti, riconosciuti dalla persona come propri e provenienti dal suo mondo interno; tuttavia, esse hanno carattere intrusivo per la coscienza, poiché appaiono strani, inopportuni e assurdi.

Le compulsioni sono comportamenti, atti, rituali nei quali la persona agisce con un vissuto di coercizione e di impossibilità a resistervi; in genere è correlato alle ossessioni.
DISTURBO DELL'UMORE
Si fa riferimento ad un’alterazione significativa dell’affettività; il tono dell’umore, inteso come quell’emozione prolungata che dà colore alla vita psichica, non oscilla più fra i due opposti tristezza - gioia, ma si pone in maniera stabile sul polo negativo, nella condizione depressiva, e sul polo positivo nell’euforia.

Depressione: può essere descritta come uno stato d’animo caratterizzato da tristezza, accompagnato da insoddisfazione e pessimismo, presente anche in situazioni normali e non solo patologiche.
La depressione può essere distinta in:
→ Depressione endogena: sopraggiunge nella vita della persona, senza la possibilità di ricondurla ad un avvenimento di particolare significato. Lo stato d’animo è segnato da una intensa e pervasiva tristezza che interessa il nucleo profondo della personalità.
La depressione endogena viene inclusa all’interno di due distinti disturbi dell’umore:
- forma bipolare: caratterizzata dall’alternarsi e manifestarsi, con frequenza irregolare, di episodi depressivi e maniacali;
- forma monopolare: caratterizzata esclusivamente da episodi depressivi.

→ Depressione reattiva: ciò che la distingue dalla precedente è che l’esordio della sintomatologia depressiva è riconducibile a un evento esistenziale sfavorevole e doloroso, riconosciuto e avvertito dalla persona come tale, cronologicamente e causalmente correlabile con lo stato depressivo.

Secondo l’orientamento neuropsicosomatico alla base dei disturbi dell’umore vi è l’inibizione del sistema del piacere corporeo.
Le due cause principali del blocco del piacere corporeo sono:
- “chiusura del cuore”: è la conseguenza di mancata amorevolezza e di inadeguato accudimento, soprattutto al primo periodo di vita. Il cuore è il centro dell’amorevolezza e, più in profondità, del “Senso di Identità”;
- dovere e serietà mentale (controllo della mente razionale).

Secondo tale orientamento la depressione è considerata un disturbo disfunzionale caratterizzato da:
- mancanza d’amore e capacità di costruire e gestire relazioni amorevoli;
- inibizione dell’azione ipotonica-arresa: scarsa energia con inibizione del sistema simpatico;
- bassi livelli di serotonina, dopamina e noradrenalina.
DISTURBI PSICOSOMATICI
La psicoterapia ad approccio psicosomatico da me utilizzata, trova le sue basi teorico-cliniche nella Neuropsicosomatica: un campo di studi che riunisce le ricerche scientifiche sulle relazioni sistemiche fra il Sé, il sistema nervoso, la psiche e il corpo applicandole alla clinica, alla prevenzione e alla crescita personale.
Nella concezione psicosomatica sistemica:
- il Sé rappresenta l’anima della persona, il centro del sistema vivente e la chiave del benessere;
- il corpo è inteso come una rete dinamica di canali e centri di energia informata ed emotiva sempre in armonica comunicazione fra loro;
- ogni disturbo dell’armoniosa circolazione-comunicazione delle energie informate e delle relative emozioni è percepito come blocco al piacere e come frammentazione dell’unità sistemica del Sé;
- i blocchi possono essere da eccesso (pieno), da difetto (vuoto), da squilibrio o da dissociazione;
- lo scioglimento dei blocchi avviene utilizzando in modo efficace e organico una serie di differenti pratiche corporee, energetiche, emotive, psicologiche e meditative (mindfulness);
- la maggior parte dei blocchi ha una natura emotiva ed è associato alla chiusura del cuore e del Sé;
- le pratiche meditative hanno lo scopo di risvegliare la consapevolezza e la capacità del Sé di riportare unità, integrità e piacere nel sistema malato e frammentato.